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210 PARTE SECONDA
L’impegno a me del loro disinganno.

Ditemi, che credete, allora quando
Che una donna bizzarra
Usa qualche finezza a un parigino?
Forse ch’ella di lui sia innamorata?
Pensate! Essa l’inganna,
Accorta lo schernisce,
E se troppo si fida, lo tradisce.
Petiton. Oh che dite, madam?
Petronio.   Pur tropp l’è vera,
E un miracol trovar donna sincera.
Graziosa. Con certi giovinoti di buon core
Noi ci prendiamo spasso,
E poscia sul più bello
Il pretesto troviam per impiantarli.
Scamoffie, languidezze,
Supposte malattie, sospiri e pianti
Sono con i merlotti i nostri incanti.
Lindora. Senti là che mozzinat1,
Come la la sa longa!
Graziosa.   E in fin a tanto,
Che il cicisbeo vuol far a modo nostro,
La passiamo d’accordo.
Ma quando diligente
La guardia ci vuol far di notte e giorno,
Con bizzarria se 2 lo leviam d’attorno,

Io non voglio soggettarmi 3
     Ai comandi d’un amante.
     Che il pedante-voglia farmi;
     Se contento è mio marito,
     Vuò goder mia libertà.
È ancor troppo una catena,
     Vuò fuggir nuovi legami;

  1. O mocina, che anticamente significava astuta.
  2. Così Valvasense. Nelle ristampe è corretto: ce, ma si badi che Graziosa parla un italiano molto spropositato.
  3. Zatta:
    assoggettarmi.