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LA PELARINA 19
Che donar ei non sa, che il suo dinaro

Riguarda con rispetto,
E lo spenderlo crede un gran difetto?
Volpiciona. Grande è il nostro bisogno,
Tutto convien tentar; per poco abbiamo
Da fare ancor di qua, se nol 1 peliamo.
Pelarina. Basta, m’ingegnerò, ma non so dirvi
Se riuscirvi saprò.
Volpiciona.  Coraggio, o figlia,
Che a trarti fuor di guai
Una madre amorosa al fianco avrai.

Sento che tutto in lagrime
     Si strugge questo cor,
     Perchè si miserabile
     Render ti vuole ancor
     Crudel la povertà.
Ma spera e tenta,
     Mia figlia amata,
     Sarai contenta,
     La sorte ingrata
     Si cangerà 2.

Pelarina. Farò quel che saprò.

Volpiciona.   Ma il protettore
A venir molto tarda.
Pelarina. Eccolo. Avrà trovato
La porta aperta, e in stanza
Senz’altri complimenti egli s’avanza.

SCENA II.

Tascadoro e dette.

Tascadoro. Ohimè, non posso più; presto, ch’io sieda.

Pelarina. (Che bel saluto è questo!) 3.
Volpiciona. Ma, signor Tascadoro, ha qualche male?

  1. Nelle vecchie stampe: no’l.
  2. Nell’ed. Valvasense: Si cangierà; e poi si aggiunge: Sento etc.
  3. Nelle edd. Tevernin, Savioli e Zatta c’è il punto interrogativo.