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LA BIRBA 153
E cavo denti meggio de Scarnecchia.

Da tutti i forestieri
Ch’el mio valor contrasta,
Me defendo col nome, e tanto basta.
  El mio balsamo è perfetto,
  El fa sempre bon effetto:
  Torototò, tintiti
  Purrichinella che dixe de sì.
Orazio. E chi è quel temerario
Che ardisce tanto?
Lindora.   Tasi, che debotto1
Sbianchisso 2 i petoloni3.
Cecchina.   Che arrogante!
Sfidatelo a pigliar qualche veleno.
Orazio. Briccone, ad un mio pari
Si parla in tal maniera?
Ho il privilegio del gran Can de’ Tartari,
E il mio saper profondo
Già mi rese famoso a tutto il mondo.
Lindora. Di’ pur quel che ti vuol, mi te cognosso.
Siori, saveu chi l’è? L’è un tal Orazio,
Che xe vegnuo da Roma,
Dopo aver consumada ogni sostanza,
Dopo aver maltrattada so muggier.
Con culìa, che è Cecchina so sorella,
Va caminando el mondo,
E facendo el mistier del vagabondo.
Cecchina. (Oimè, siamo scoperti!)
Orazio. È un mendace costui, nessun gli creda.
Lindora. Acciò che tutti veda,
Che quel che digo xe la verità,
Mi son Lindora; mi son to muggier.

  1. Quasi quasi.
  2. Sbianchir in lingua furbesca significa coprire, palesare un segreto.
  3. Mancamenti, magagne nascoste: vol. II, pp. 270 e 562.