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LA BELLA GIORGIANA 505
Tamar.   Io. (sostenuta

Vachtangel.   Tu il facesti? (mestamente
Tamar. Io sì; che dir vorrai?
Vachtangel.   Col tuo nemico
Più pietosa sarai che col tuo sposo?
Tamar. E chi è lo sposo mio?
Vachtangel.   Se non mentisti,
Esser quegli io dovrei.
Tamar.   T’inganni, io dissi
Che dal padre dipendo.
Vachtangel.   E il Padre stesso...
Tamar. Eccolo; ora saprai chi ei mi destina.
Vachtangel. (Ah! mi palpita il cor).
Dadian.   (Pavento ancora
Che sien vane speranze e lusinghiere).

SCENA V.

Bacherat e detti, poi Ottiana.

Bacherat. Tamar, che vuoi da me?

Tamar.   Signor, perdona.
Io quella fui che qui venir ti fece
Supplicandoti, è ver. Ma vedi, è questi
Che parlarti desia.
Bacherat.   Dadian disciolto?
Vachtangel. Un arbitrio, signor, correggi, e imponi
Che a’ suoi lacci ritorni il prigioniero. ( Bacherat
Tamar. Prudente consiglier!
Dadian.   Bachrat 1, tu vedi
Non un nemico in me, ma un umil figlio,
Un amico sincer che fè ti giura.
Grato m’è il tuo favor. Qual dono accetto
Il regno d’Imeret ch’or tu mi rendi.

  1. Nel testo, qui e più sotto: Bacherat.