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ZOROASTRO 347
Sopra un ricco elefante, scorta da lieti amici,

Discendere la vidi dall’ultime pendici.
Con maraviglia intese te fra i notturni orrori
Fuor della reggia uscito a prevenir gli albori,
E il dono anticipato di rivederti in viso
Colmato ha il di lei core di un giubilo improviso.
L’astronomica scienza so che Semira accende;
Brama a te presentarsi, ed il tuo cenno attende.
(Tacciasi che con arte Nino con lei si celi;
Indi vediam se un astro il suo destin gli sveli). (da sè
Zoroastro. Alla vedova illustre grazie ed onor si renda.
Tosto l’oscuro campo di fiaccole si accenda.
Vanne, Creonte, e dille che il suo venir mi onora.
Cleonte. (La cagion che la guida tu non comprendi ancora).
(da sè, e parte
(Le Guardie portano quantità di fiaccole accese, e le distribuiscono intorno.
Lisimaco. Signor, di questa donna molto parlar s’intese.
Si sa che più d’un core co’ suoi begli occhi accese;
Di un volto lusinghiero che in allettar prevale,
Guardati che l’arrivo non sia per te fatale.
Teocrate. Il cor di Zoroastro, ch’è di virtude armato,
A prevenir gli assalti è per costume usato.
Sidone. Inutili discorsi in faccia ad un sapiente,
Cui tutto l’avvenire suol essere presente.
Con esso a nulla serve di femmina il valore:
Ei di tutte le donne può leggere nel core.
(E anch’io vo’ studiar tanto, che un giorno arriverò
A capir se mentisce donna col sì o col no.
E se l’età di alcune arrivo a indovinare,
Quelle che si fan giovani, le voglio svergognare). (da sè
Zoroastro. Amici, anch’io nel petto sentomi il core umano;
Virtù contro gli affetti fa resistenza invano.
Ma l’alma ho prevenuta; e col più sacro impegno
Alla bella Nicotri serbo la destra e il regno.