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214 ATTO TERZO
Ed ora appena favellare intesi,

Già mio lo credo, e indugiar m’incresce.
Questo dir vuol ch’hanno lor prezzo i beni
Sol dalla nostra opinïon; che spesso
In distanza da noi si crede un peso
Quel che d’appresso conseguir ci alletta,
E sperato piacer d’impazïenza
Empie, e di brama e di timori il petto.

SCENA IV.

Artemisia con seguito, e detta.

Artemisia. Sì lenta Eumene ad eccitare all’opra

I ministri del tempio?
Eumene.   Il regal cenno
Or Pisistrato adempie. A lui la cura
Del grand’atto commisi. Entriam, regina.
Artemisia. Va, mi precedi. In ogni mio consiglio,
In ogn’opra, in qualunque alto disegno
Implorar soglio del mio re gli auspici;
Nè parto mai da quella tomba augusta
Senza una salda confidenza in seno.
Eumene. Oimè, regina, il consigliar con l’ombre
Empie sovente di fantasmi l’alma.
Artemisia. D’un german l’ombra sì oltraggiare ardisci?
Eumene. Perdona.... Ubbidirò.
Artemisia.   La principessa
Voi seguite nel tempio. (alle Guardie
Eumene.   (Ah voglia il Cielo
Non venga meno alla grand’opra il tempo).
(entra nel tempio, seguita da Guardie