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BELISARIO 57
Giustiniano. Mentitor! Per Filippo Antonia ardea?

Belisario. Egli stesso...
Giustiniano.   Non più.
Antonia.   (Che sarà mai?) (da sè, turbata
Giustiniano. Tutto il resto del foglio ora comprendo.
Ma colui che a te deve e vita e pace,
E la pace e la vita or può levarti.
Belisario, m’intendi. In te ritorna,
E della colpa tua piangi l’eccesso. (parte

SCENA V.

Belisario e Antonia.

Belisario. Io traditor? Io mentitor? Deh! ferma,

Senti le mie discolpe; e quale mai
Delitto è in me, che disleal mi renda?
Antonia. Di qual foglio parlò Cesare allora
Che i rimproveri suoi scagliava irato?
Belisario. D’un foglio, oh Dio! che a te diretto avea,
E che giunse in sua man, nè so dir come.
Antonia. Ah! Belisario, siam traditi. E questi
Un colpo rio che minacciò Teodora.
Senti, l’imperatrice a me quel foglio
Tolse di man. Di leggerlo una volta
Ingrata mi negò. Col pianto agli occhi
Per pietà glielo chiesi. Ella a grand’uopo
Disse che avealo destinato, ed ecco
L’uopo fatal, cui lo destina un’empia.
Belisario. Svelisi il grande inganno e fia palese
Colla innocenza mia l’altrui delitto.
Antonia. Io stessa andrò di Giustiniano a’ piedi.
Accuserò Teodora, e dell’indegno
Amor suo narrerò l’enorm’eccesso.
Seguimi, Belisario.