Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1926, XXIII.djvu/411


RINALDO DI MONT'ALBANO 407

SCENA II.

Gano, Florante e detti.

Gano.   Orlando, ha chiesto

Il Re di voi. V’attenderà.
Orlando.   Non deve
Egli quivi venir?
Armelinda.   L’attendo anch’io:
So che vuol favellarmi.
Gano.   È ver, ma forse
Al signore d’Anglante egli desia
Prima di ragionar.
Florante.   (German sagace,
Scioglier vuole d’Orlando e d’Armelinda
Il sospetto congresso). (a parte
Gano.   Io vi consiglio
Non differir di presentarvi a Carlo.
Non è lungi, signor.
Orlando.   Sia pur di Carlo,
O di Gano il desio, parto, e compiaccio
L’uno e l’altro così. V’è noto, amico,
Quanto estimi piacervi. Il so, vi cale
Solo restar con Armelinda. Io seco
Lasciovi in libertà. (Finger mi giovi
Non intender l’idea dell’alma indegna).
(a parte; e parte
Gano. (S’inganna, se d’amor crede capace
Di Gano il cor), (a parte) (Fiorante, è necessario
Che Armelinda non vegga il Re, se prima
Il suo cor non si scopre. A voi commetto
Questa cura, o german). (a Fiorante
Florante.   (Difficil troppo
È il conoscer qual sia di donna il core). (a Gano
Gano. (L’arte in opra ponete. Io vado intanto
Ad impedir che Orlando al Re non parli