Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1926, XXIII.djvu/250

248 ATTO TERZO
Nel dì delle sue nozze entro sua reggia

Un marito non ami? Un Re non temi?
Oh indegni affetti! Oh vilipendi indegni!
Oronta. (Misera!) (da sè
Roberto.   (Che dirò?) (da sè
Oronta.   Sappi, Griselda,
Che innocente è il mio affetto.
Roberto.   Io non offendo
Con impuro pensier l’ospizio regio.
Griselda. E i sospiri? Ed i pianti? Onesta moglie
Non ha core nel sen, voce nel labbro,
Che per lo sposo: all’onor suo fa macchia
Anco l’ombra leggiera, anco un fugace
Passeggiero desir. No, no, il mio zelo
Tacer non può. Saprallo il Re; l’offende
Chi le gravi onte sue simula e tace.
Oronta. Deh Griselda, pietà, lo giuro ai numi,
Che è innocente il mio affetto.
Griselda.   Oh degli amanti
Scandoloso pretesto! E saran dunque
Atti sol di virtù sospiri e amplessi?
Due giovinetti nell’età fiorita
Stan parlando d’amore; e creder deggio,
Che sia pien d’innocenza il lor colloquio?
Semplice non son tanto. Eh già comprendo
Del vostro cor l’arcano, e un tale arcano
Deggio svelar al Re.

SCENA VII.

Gualtiero e detti.

Gualtiero.   Griselda?

Griselda.   (Oh numi!) (da sè
Gualtiero. Perchè tu sì sdegnosa? E voi bell’alme,
Perchè confuse?