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capolavori tanto il Burbero che l' Avaro e deplora che questo si sia dato una volta sola "malgrado i molti pregi di cui abbonda" (Modena a C. G., 1907, p. 101). Non men caldo elogiatore il Giovagnoli che ammira l’antitesi veramente sapiente e meravigliosa del fasto e dell’avarizia, così "stupendamente delineata e sintetizzata nel Conte di Casteldoro dell'Avaro fastoso" (Meditazioni d’un brontolone, p, 213). Altri pregi nota il Galanti:"Gl’imbarazzi e le situazioni equivoche di tutta la commedia rendono l’Avaro fastoso uno de’ lavori più vivaci e più fini del nostro poeta. "Per questo la commedia, "meteora" che "apparve e passò... meriterebbe di riapparire e di esser giudicata ancora dal pubblico" (C. G. a Venezia nel sec. XVIII, Padova, 1882, p. 460, 467). Il Malamani sente nella commedia la grave età del Maestro, ma vi nota anche pregi eminenti: "I sessantacinque gli pesavano già sulla schiena, l’estro era tardo, stanco il cervello. Nell’Avaro fastoso (Goldoni) avea fondate di molte speranze, e infatti, benché al disotto di parecchi de' suoi lavori, ha però scene stupende e tali bellezze da compensare i difetti. Essa è certo il tramonto d’un genio, ma un tramonto illuminato dall’arte" (Nuovi appunti e curiosità goldoniane. Venezia, 1887, pp. 142-143). Commedia " veramente originale " sembra al Caprin (C. G., la sua vita, le sue opere, Milano, 1907, p- 228). "Se... come studio di carattere" - giudica il Masi - l’Avare fastueux è certamente superiore al Bourru bienfaisant,...come esecuzione di commedia, ci sembra immensamente inferiore". E loda l'ottima comicità del motivo fondamentale, e per quel che riguarda i rapporti di questo coll’avaro del Molière, già discussi dal Rabany, aggiunge: "Non tanto... nel carattere dell’Avaro il G. ha imitato infelicemente il Molière, bensì in quella serie di quadretti staccati, nei quali il carattere dell’Avaro fastoso si esperimenta, ma nei quali il Molière non è emulato, ed il vero Goldoni, il fecondo inventore e intrecciatore di situazioni comiche prorompenti dal fondo della commedia, non c'è più" (Scelta di commedie di C. G., Firenze, 1897, vol. I. p. XXVI).

Di traduzioni, oltre all’italiana, lavoro dello stesso autore, che venne a luce la prima volta nel vol. IX (1789) dell’ed. Zatta, conosciamo solo due inglesi:

Avarice and ostentation — A comedy in five acts translated from the italian of Carlo Goldoni, in The theatrical Recorder by Thomas Holcroft, London, 1805. Contiene anche una nota sulla commedia e aneddoti goldoniani estratti dalle Memorie (cfr. Catal. della Race, dramm. di L. Rasi, 1912, pag. 419).

The spendthrift miser, in The comedies of C. G. edited with an Introduction by Helen Zimmern. Collection of Masterpieces of foreign Authors. London, 1892. Nell’introduzione è detto che nessun’altra del Goldoni s’accosta forse meglio di questa alle comédies de société della Francia moderna (pp. 29-30).

Intorno a recite di questo novissimo Avaro goldoniano sulle nostre scene sappiamo solo che dal 1828 l’ebbe nel suo repertorio - con quale fortuna? - la Reale Sarda (v- Costetti, la Comp. R. S. 1893, p. 50). Ma più volte ne fu chiesta la ripresa. Nel 1829 il co. Carlo Ritorni ne’ suoi preziosi Annali del Teatro della città di Reggio, contento del felicissimo esito di un Ricco insidiato mai dato prima colà, " augurava che si cavassero spesso