Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1923, XXII.djvu/417


409


Marchese. Ho due figliuoli, e conviene ch’io pensi... la figlia è ancora... bene, bene, benissimo... ma il cavaliere... è in una età!... mi capite?

Conte. Comprendo a poco presso, signore, che voi pensate seriosamente allo stabilimento della vostra famiglia, ed in ciò vi lodo moltissimo. Ma, a proposito di stabilimento, mi credo anch’io in dovere di farvi parte del prossimo mio matrimonio.

Marchese. Ah, ah! siete disposto.... voi ancora.... bene, bene, benissimo.

Conte. Oggi si dee sottoscrivere il mio contratto, e mi reputo fortunato che il signor marchese mi faccia l’onore...

Marchese. A maraviglia. Ma.... nel medesimo tempo.... se voi voleste farmi il piacere...

Conte. Se sapeste, signor marchese, quanto ho dovuto spendere in questa occasione!... non si finisce mai. Sono.... in verità... sono esausto affatto.

Marchese. Bene, bene, benissimo.

Conte. Male, male, malissimo.

Marchese. Ascoltate. Voi siete amico di madama Araminta.

Conte. Sì, signore. Oh! ella, per esempio, ella è una donna ricca. Ella potrebbe essere al caso vostro.

Marchese. Sì, così è... precisamente per questo... Se voleste parlare a madama Araminta. Ma senza.... Come si chiama sua figlia?

Conte. Madamigella Eleonora.

Marchese. Ah, sì, madamigella Eleonora.

Conte. (Oh! che uomo singolare! Convien capirlo per discrezione). (a parte) Parlerò secretamente a madama Araminta. (al Marchese)

Marchese. Ma bisognerebbe che ciò fosse fatto in maniera... voi mi capite.

Conte. Vi metterò tutta la premura possibile, e mi lusingo che ella acconsentirà al vostro desiderio, purch’ella abbia le sue sicurezze.

Marchese. Cospetto! s’ella mi dà... io non ho... io non sono... ma... i miei beni...