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Frontino. Generoso? Tu non lo conosci.

Fiorillo. Non lo conosco: ma una cena stupenda...

Frontino. Ah! caro amico; se tu sapessi quel che mi costerà questa cena....

Fiorillo. Ti costerà?.... A te?

Frontino. Sì certamente. Strilli, rimproveri, mali trattamenti. Vado alla morte tutte le volte ch’io mi presento col libro delle spese. Tremo solamente a pensarvi.

Fiorillo. Oh! non è così da noi. Il nostro padrone è buono, dolce, facile, allegro. Se tu sapessi! egli è d’un’allegria che consola; ha una maniera di parlar singolare, sempre con sensi tronchi, non finisce mai una frase... ha de’ termini favoriti: li caccia da per tutto, bene o male che vadano. Tutti si burlano di lui, ed egli ride cogli altri.

Frontino. Sarei ben contento, se avessi anch’io un padrone di questa taglia; ma il nostro...

Fiorillo. Il male che vi è da noi, si è che il danaro è scarso, e sovente manca del tutto.

Frontino. Ma giocano per altro, a quel che tu dici.

Fiorillo. Sì, è vero. Non so come facciano, ma per giocare il danaro non manca mai... Farmi sentire una carrozza.

Frontino. Contami, contami, per il gioco...

Fiorillo. (Andando alla finestra) Aspetta, aspetta, (ritornando) Sono eglino precisamente.

Frontino. Seguita. Per il gioco...

Fiorillo. Va ad avvertir il tuo padrone.

Frontino. (A parte, sortendo) (Oh, Fiorillo mi dirà tutto. È un chiaccherone1 che non tace niente). (parte)

Fiorillo. Frontino è un buon figliuolo, ma parla troppo: ecco il suo difetto.

  1. Così il testo.