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IL GENIO BUONO E IL GENIO CATTIVO 95

Arlecchino. Madame, votre serviteur tres zamble1 (fa lo stesso)

Fontaine.2 Scusate, amico, se ho trattenuto un poco troppo la vostra signora da voi lontano. Ha desiderato di vedere la sala dell’opera, e mi ho creduto in debito di servirla.

Arlecchino. Bravissima! l’ha fatto ben. (forzatamente)

Baron. Eh, il signor cavaliere è un uomo di spirito, non è geloso.

Arlecchino. Ah! cossa disela! So viver alla francese.

Corallina. Oh se sapeste, marito mio, quanto questo signore è cortese! Quante finezze mi ha fatto!

Arlecchino. Me ne consolo. (forzatamente e con pena)

Fontaine. Signore, io ho fatto il mio dovere con madama nei termini della buona amicizia e dell’onestà.

Baron. Il signor cavaliere non è geloso.

Arlecchino. Mi? Gnanca per ombra.

Baron. Signori, con vostra licenza, il signor cavaliere ed io vogliamo andare al bosco di Bologna a vedere il ballo.

Corallina. Ci possiamo andare ancora noi. (a M. la Fontaine)

Arlecchino. Poderessimo andar insieme. (a M. le Baron)

Baron. Nella mia carrozza non ci stanno che due persone.

Fontaine. E due nella mia.

Corallina. Bene; ne abbiamo abbastanza. Io anderò in una con mio marito, e lor signori nell’altra.

Baron. Perchè con vostro marito? Che volete che dica il mondo?

Arlecchino. Che diavolo de vergogna! Voleu che se femo ridicoli in Franza? (a Corallina, con affettazione)

Baron. Venite con me, signor cavaliere. Madama anderà coll’amico.

Arlecchino. Sior sì, andemo. Madame, votre tres zamble serviteur.

Corallina. Monsieur, votre tres umble servante. (con una riverenza)

Arlecchino. (Forti, coraggio, e che se fazza onor alla patria). (da sè; parte col Barone)

  1. Così il testo.
  2. Seguiamo il testo dell’ed. Zatta, indicando col nome Fontaine il marito, e col nome La Fontaine la moglie.