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452 ATTO TERZO

Conte. Che sono io? Cosa val la mia protezione!

Crespino. Ma Coronato che la pretende?

Conte. Coronato?... Coronato è uno sciocco. Vi vuol bene Giannina?

Crespino. Assai.

Conte. Bene dunque. Voi siete amato. Coronato non lo può soffrire: fidatevi della mia protezione.

Crespino. Fin qui l’intendo ancor io. Ma il fratello?

Conte. Che fratello? che fratello? Quando la sorella è contenta, cosa c’entra il fratello? Fidatevi della mia protezione.

Crespino. Mi raccomando dunque alla sua bontà.

Conte. Sì, alla mia protezione.

Crespino. Vado a terminare d’accomodar le sue scarpe.

Conte. Dite piano. Ne avrei bisogno d’un paio di nuove.

Crespino. La servirò.

Conte. Eh! le voglio pagare, sapete? Non credeste mai... Io non vendo la mia protezione.

Crespino. Oh, per un paio di scarpe!

Conte. Andate, andate a fare le vostre faccende.

Crespino. Vado subito. (va per andare al banco)

Conte. (Tira fuori il ventaglio, e a poco a poco lo esamina.)

Crespino. (Oh cospetto di bacco! Mi era andato di mente. Mi ha mandato la signora Geltruda a cercar il signor Evaristo, l’ho trovato qui e non gli ho detto niente. Ma la sua malattia... Il ventaglio... Me ne sono scordato..Andrei ad avvertirlo, ma in quella casa non ci vado per cagion di Moracchio. Farò così, anderò a ritrovare la signora Geltruda. Le dirò che il signor Evaristo è in casa di Giannina, e lo manderà a chiamare da chi vorrà). (entra nella bottega della merciaia)

Conte. Eh! (con sprezzo) Guarda e riguarda: è un ventaglio.1 Che può costar?... che so io? Sette o otto paoli. Se fosse qualche cosa di meglio, lo donerei alla signora Candida, che questa mattina ha rotto il suo. Ma perchè no? Non è poi tanto cattivo.

  1. Così le edizioni antiche e recenti. Ma quasi certamente le parole guarda e riguarda appartengono alla didascalia e sono da stamparsi in corsivo, fra parentesi; e poi di seguito: E un ventaglio che può costar... ecc.