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que ressemblance avec la donnée de l’Auberge de la poste» (op. cit., p. 374). Non la premessa soltanto. Fanno pensare al Marivaux, a creder nostro, tono e contenuto della scena tra i fidanzati, come implicitamente intende forse anche il Chatfield-Taylor.

L’Osteria della posta si legge, col titolo Il viaggio felice, tra le Prose italiane sopra diversi soggetti piacevoli ed istruttivi, scelte da Angelo Vergani (Parigi, anno IX [1801]). Antonio Montucci nella sua Scelta elevò la triviale osteria ad albergo (Scelta ecc., Lipsia, 1828, tomo I), e questo titolo passò anche nel Teatro classico italiano, antico e moderno, ovvero il Parnaso Teatrale (Lipsia, Fleischer, 1829, pp. 496-504). Da Antonio Montucci anche Fabio Fabbrucci Toscano copiò titolo e note ne’ suoi Saggi del Teatro italiano (Berlino, Müller, 1833). Ripubblicò la commedia così come l’autore aveva voluto si chiamasse G. B. Ghezzi (vedi Cat. n. 88 Zahn & Jaensch. di Dresda), ma si torna all’Albergo nelle Commedie scelte di C. G., con la breve istoria del Teatro Italiano composta dal principe D. Pietro Odescalchi (Münster, Aschendorff, 1882, tomo I).

E. M.


L’Osteria della Posta fu pubblicata la prima volta nel 1763 a Venezia, nel t. X del Nuovo Teatro Comico dell’Avv. C. G., edito dal Pitteri; e a Venezia uscì di nuovo nelle edizioni Savioli (X, 1775), Zatta (cl. I, IV. 1769), Garbo (IV, 1794). Fu ristampata a Lucca (Bonsignori X, 1769), a Livorno (Masi XXVI, 1792), a Bologna (a S. Tomaso d’Aquino, 1799) e forse altrove nel settecento. — La presente edizione seguì con maggior diligenza il testo del Pitteri e quello del Zatta. Valgono le solite avvertenze. Nelle antiche intestazioni della commedia si legge che l’Osteria fu «rappresentata in Zola ecc. nell’estate dell’anno 1761»: ma è vedersi il principio della presente Nota storica.