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LE SMANIE PER LA VILLEGGIATURA 55


Filippo. (Quanto pagherei che ci fusse Fulgenzio che la sentisse!) Non sarebbe meglio che lasciassimo stare d’andar in campagna?

Giacinta. Sarebbe meglio per una parte; ma per l’altra poi si farebbe peggio. Figurarsi! quelle buone lingue di Montenero che cosa direbbono de’ fatti nostri! Il signor Filippo non villeggia più, ha finito, non ha più il modo. La sua figliuola, poveraccia! ha terminato presto di figurare. La dote è fritta: chi l’ha da prendere? chi l’ha da volere? Dovevano mangiar meno, dovevano trattar meno. Quello che si vedeva, era fumo, non era arrosto. Mi par di sentirle; mi vengono i sudori freddi.

Filippo. Che cosa dunque abbiamo da fare?

Giacinta. Tutto quello che volete.

Filippo. S’io fuggo dalla padella, ho paura di cader nelle bragie.

Giacinta. E le bragie scottano, e convien salvar la riputazione.

Filippo. Vi parrebbe dunque meglio fatto, che il signor Guglielmo venisse con noi?

Giacinta. Per questa volta, giacchè è fatta. Ma mai più, vedete, mai più. Vi serva di regola, e non lo fate mai più.

Filippo. (È una figliuola di gran talento).

Giacinta. E così? Volete che chiami il servitore, o che non lo chiami?

Filippo. Lasciamo stare, giacchè è fatta.

Giacinta. Sarà meglio, andiamo a pranzo.

Filippo. E in villa abbiamo da tenerlo in casa con noi?

Giacinta. Che impegni avete presi con lui?

Filippo. Io l’ho invitato, per dirla.

Giacinta. E come volete fare a mandarlo via?

Filippo. Ci dovrà stare dunque.

Giacinta. Ma mai più, vedete, mai più.

Filippo. Mai più, figliuola, che tu sia benedetta, mai più. (parte)

SCENA XI.

Giacinta, poi Brigida.

Giacinta. Nulla mi preme del signor Guglielmo. Ma non voglio che Leonardo si possa vantare d’averla vinta. Già son sicura che gli passerà, son sicura che tornerà, che conoscerà non