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LE SMANIE PER LA VILLEGGIATURA 23


valier servente; poi è capitato un giovanetto di ventidue anni, e ha piantato me per attaccarsi a lui.

Vittoria. Oh! che ti venga il bene. Con un giovanetto di ventidue anni?

Ferdinando. Sì, e mi piace di dire la verità: era un biondino, ben cincinnato, bianco e rosso come una rosa.

Leonardo. Mi maraviglio di lui, che avesse tal sofferenza.

Ferdinando. Sapete com’è? È uno di quelli che non hanno il modo, che si appoggiano qua e là, dove possono; e si attaccano ad alcuna di queste signore antichette, le quali pagano loro le poste, e danno loro qualche zecchino ancor per giocare.

Vittoria. (È una buona lingua per altro).

Ferdinando. A che ora si parte?

Vittoria. Non si sa ancora. L’ora non è stabilita.

Ferdinando. M’immagino che anderete in una carrozza da quattro posti.

Leonardo. Io ho ordinato un calesso per mia sorella e per me, ed un cavallo per il mio cameriere.

Ferdinando. Ed io come vengo?

Leonardo. Come volete.

Vittoria. Via, via. Il signor Ferdinando verrà con me, voi anderete nello sterzo col signor Filippo e la signora Giacinta, (a Leonardo) (Farò meglio figura a andar in calesso con lui, che con mio fratello).

Leonardo. Ma siete poi risolta di voler partire? (a Vittoria)

Ferdinando. Che? Ci ha qualche difficoltà?

Vittoria. Vi potrebbe essere una picciola difficoltà.

Ferdinando. Se non siete sicuri di partire, ditemelo liberamente. Se non vado con voi, andrò con qualchedun altro. Tutti vanno in campagna, e non voglio che dicano, ch’io resto a far la guardia a Livorno.

Vittoria. (Sarebbe anche per me una grandissima mortificazione).