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200 ATTO SECONDO


Friport. Sì, per l’appunto. Bel paese, Fabrizio; bel paese per far denari!

Fabrizio. Per quel ch’io sento, i vostri affari saranno andati assai bene.

Friport. Benissimo. Ho faticato poco, e ho guadagnato molto. Ora sono in riposo; ma il riposo mi dà più noia della fatica. Datemi da leggere qualche gazzetta, qualche foglio che mi diverta. Io trovo più difficoltà a divertirmi, che a far denari.

Fabrizio. Ecco qui le gazzette che corrono.

Friport. Ci sono novità nel paese? (osservando le gazzette)

Fabrizio. Niente, ch’io sappia, di rimarcabile.

Friport. Come vanno gli affari vostri? Avete molti forestieri nel vostro albergo?

Fabrizio. Non mi scontento della mia sorte. Presentemente non ho molte persone; ma coll’occasione della prossima fiera ne aspetto.

Friport. Voleva quasi condurvi un forestiere, che si è imbarcato con me alla Giammaica.

Fabrizio. Mi avreste fatto piacere.

Friport. Ma è stravagante; ama la solitudine. Vuole star solo, vuole star ritirato; e dubitando che da voi vi fosse di molta gente, non l’ho condotto.

Fabrizio. Ora da me sarebbe stato benissimo. Poteva dargli l’appartamento di sopra, dove sarebbe stato con pienissima libertà.

Friport. Bene; io ho preso impegno di provvederlo. Mandate al Tamigi a cercare del capitano Fantom...

Fabrizio. Lo conosco.

Friport. Tanto meglio. Farà egli abboccare il vostro messo col forestiere; e quando gli dica ch’io qui l’aspetto, si lascierà condurre senza alcuna difficoltà.

Fabrizio. Che persona è?

Friport. Mi pare persona onesta.

Fabrizio. Benissimo. Se mi permettete, vado a dare la commissione.

Friport. Andate.

Fabrizio. (I buoni amici fanno sempre del bene). (parte)