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ATTO TERZO.

SCENA PRIMA.

Camera nell’albergo d’Alì, con canapè lungo e sedie.

Alì fumando con lunga pipa sul canape a sedere,
poi Trottolo servitore.

Trottolo. Signore, una persona brama di riverirla.

Alì. Star femmina, o star omo?
Trottolo.   Non lo saprei1, per dirla.
All’abito par uomo; la voce è femminile.
Alì. Star signor? star canaglia?
Trottolo.   All’aspetto è civile.
Alì. Far che drento venir. Tu preparar caffè.
Trottolo. (È ricco il mio padrone; ma galantuom egli è). (parte)
Alì. (Segue a fumare.)

SCENA II.

Carluccio e detto.

Alì. (S’alza dal canapè.)

Carluccio. Servitor riverente. Di voi mi fu parlato.
Pel piacer di conoscervi, venir non ho tardato.
Alì. Tu star omo, o star donna?
Carluccio.   Star uomo, padron mio.
Alì. (Si pone a sedere sul canapè con qualche sprezzatura.)
Carluccio. (S’egli a seder si pone, voglio sedere anch’io).
(vuol sedere nello stesso canapè)
Alì. Chi dir che tu seder? (gl’impedisce di sedere)
Carluccio.   In piedi si ha da star?
(Manco mal che siam soli. Voglio dissimular).

  1. Così corregge l’ed. Antonelli. Nell’edizione Savioli: No savaria.