Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1911, XIII.djvu/87


LA VILLEGGIATURA 81


questa sua lassitudine. Don Paoluccio le avrà fatto venire le pulsazioni. È venuto il diavolo quest’anno, a farmi perdere il gusto della villeggiatura. (parte)

SCENA XII.

Donna Florida e don Mauro.

Florida. Che cavaliere sgarbato! vi domando se sapete dove si trovi don Paoluccio, e mi rispondete con sì bella grazia.

Mauro. Signora, con voi ho poca fortuna. Il dirvi che non lo so e non mi curo saperlo, non è risposta che vi possa offendere.

Florida. E una delle solite risposte vostre, ruvide ed incivili.

Mauro. L’inciviltà posso assicurarmi di non averla nè con voi, nè con chi che sia. La ruvidezza poi è un difetto mio naturale, che se vi dispiace, potete disfarvene facilmente.

Florida. Fate conto che me ne sia disfatta.

Mauro. Accetto per grazia la libertà che vi compiacete restituirmi.

Florida. Se vi premeva la libertà, chi vi ha tenuto in catene?...

Mauro. Il mio rispetto, signora.

Florida. Potevate ben conoscere dalla maniera mia di condurmi, che poco mi premeva della vostra amicizia.

Mauro. È vero, l’ho conosciuto benissimo. Ciò non ostante, una volta che impegnato mi era a servirvi, mi vedeva in debito di soffrire, per non comparire incivile.

Florida. Che pensar ridicolo! Oh sì, se vi sentisse don Paoluccio, riderebbe davvero!

Mauro. Vi ringrazio della mercede con cui ricompensate la mia sofferenza.

Florida. Compatite la mia schiettezza. Vedo che avete dell’amore per me; ma io...

Mauro. No, signora, v’ingannate; non ho un’immaginabile passione per voi. L’ho avuta a principio, quando meno vi conosceva; ma è qualche tempo che mi sono disingannato.

Florida. Ma perchè seguitare a venir con me?

Mauro. Per impegno d’onore.