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498 ATTO QUARTO
Cosa avete, nipote? State qui.... poveraccia!

Vi duole qualche cosa? (accostandosi a donna Bianca)
Bianca.   Eh niente. (sospirando)
Mauro.   (Uh che lunaccia!)
(da sè, incamminandosi)
Voi l’avete la luna? (al Conte)
Conte.   Pur troppo.
Mauro.   Poverino!
Rimedio per la luna.... sì signor... del buon vino.
(ridendo parte)

SCENA VIII.

Il Marchese, il Conte, le due Dame sedute, come sopra.

Marchese. Ma che fan queste dame, che paiono assonnate?

Spiacemi, mie signore, d’avervi incomodate.
Non so per qual cagione, colla presenza mia,
Sospendere vogliate la solita allegria.
Bianca. Signor, son così sempre.
Marchese.   La signora Marchesa
So pur che di buon cuore a ridere l’ho intesa.
Del vostro buon consorte fui buon amico anch’io.
(Ed ora questa vedova farebbe al caso mio). (da sè)
Marchesa. Signor, mi duole il capo.
Marchese.   Basta, vi passerà.
Favoritemi voi. Conte, per carità.
Conte. Sono a’ vostri comandi. (Or saria l’occasione
Opportuna di fargli la raccomandazione.
Se donna Bianca il sa, ne avrà del dispiacere:
Ma ho data la parola; alfin son cavaliere.
Farò che non mi senta). Signor, se non sdegnate,
Vo’ chiedervi un favore. (tirandolo in disparte)
Marchese.   Sì, Conte, comandate, (piano)
Conte. Deggio raccomandarvi due vostri dipendenti,
Che son perseguitati per odio delle genti: