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IL RAGGIRATORE 157


Carlotta. Non ho bagaglio io.

Conte. La roba dei bavuli. Andate, con licenza di donna Claudia. (Carlotta s’alza)

Claudia. Volete privarmi della sua compagnia? (Ho piacere per altro di restar sola). (da sè)

Conte. Tornerà poi a far il suo debito.

Carlotta. (Ho da tornare, o non ho da tornare?) (al Conte)

Conte. (Vi chiamerò. Andate). (a Carlotta) (Se va bene, è un prodigio). (da sè)

Carlotta. Serva sua. (a donna Claudia)

Claudia. Ho piacere di aver avuto la fortuna di conoscere una dama sì gentile.

Conte. Generose espressioni d’una padrona nostra.

Claudia. Dove vale la mia insufficienza, vi prego di non risparmiarmi.

Conte. Si farà capitale di tanta bontà... Non rispondete niente, voi? (a Carlotta)

Carlotta. Sì signora. All’onore di riverirla. (parte correndo)

SCENA IX.

Donna Claudia ed il Conte

Conte. (Sono in un brutto impegno con costei. Temo che la mia disinvoltura non basti). (da sè)

Claudia. (È stata molto male allevata questa signora Contessa). (da sè)

Conte. Ho fatto bene, cred’io, a levar di dov’era la povera mia sorella.

Claudia. Per dir il vero, così non vi consiglio produrla, se non acquista prima un poco di mondo.

Conte. Ha dello spirito. Mi lusingo non sarà difficile il rimediarvi, e poi colla scorta di una dama così gentile....

Claudia. Per voi farò quanto mi sarà permesso di fare. Ma giacchè l’accidente ci fa restar soli, varie cose ho da dirvi, Conte mio.