Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1911, XII.djvu/72

66 ATTO TERZO
Conte. Insegnateci il modo.

Alessandro.   Dite voi, madamina.
Madama. Faccian così, signori, che vadano in cucina: (caricandoli)
Taglino un po’ di pane, lo bagnino col1 brodo;
(nella stessa maniera)
Un pollastro, un piccione, almeno un uovo sodo.
(scaldandosi)
Bisogno di mangiare ha lo stomaco mio.
Poi a pranzar s’aspetti, che aspetterò ancor io.
Conte. A voi, don Alessandro.
Alessandro.   Le commissioni sue
Son dirette al cognato.
Madama.   Al diavol tutti due.
Ehi, chi è di là?
Conte.   Fermate. Anderò io, signora.
Madama. Presto, signor flemmatico. Che non si aspetti un’ora.
Conte. Gran pazienza ci vuole. (parte)
Madama.   Intanto voi potete
Far preparar la tavola.
Alessandro.   Tutto quel che volete.
(vuol partire)
Madama. I servitor! pensate, non sogliono aver fretta.
Meglio è tirare innanzi codesta tavoletta.
Presto, don Alessandro.
Alessandro.   V’obbedirò anche in questo.
Madama. La tavola e la sedia.
Alessandro.   Anche la sedia?
Madama. Presto.
Alessandro.   Una cosa alla volta.
Madama.   Chiamerò un servitore.
Ehi, chi è di là?
Nardo.   Madama.
Madama.   Servite quel signore.

  1. Zatta: nel.