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396 ATTO SECONDO

l’ultima confidenza? Potrebbe averlo fatto, perchè veduta non fosse da suo marito... Ma se la venuta sua fosse stata innocente, importato a lei non avrebbe l’esser veduta; e mio marito perchè nasconderla, se non ci fosse... Ma che mai ci ha da essere? E avrò coraggio di pensar male di mio marito? dell’unico bene che ho al mondo, dell’unica mia consolazione che tante prove d’amor mi ha dato, che tanto bene disse ognora volermi? E me ne ha voluto, sì, del bene me ne ha voluto, e me ne vorrà, spero, me ne vorrà; e se non me ne ha più da volere, colle mani alzate al cielo domando la morte per carità. (con qualche lacrima) Lisetta. (asciugandosi gli occhi)

Lisetta. Signora.

Costanza. È ritornato il signor Fabrizio?

Lisetta. Non ancora.

Costanza. E il signor suocero?

Lisetta. Non si è veduto nemmeno lui. E sì l’ora è avanzata.

Costanza. Mio marito si tratterrà per gli affari suoi. Stupisco del signor suocero, che a quest’ora non manca mai.

Lisetta. Egli è uscito per andar dal maestro di Franceschino: ma poc’anzi, nel ritornare a casa che’gli faceva, è stato riscontrato per la via dal signor Fabrizio; si sono posti a discorrere, e non la finiscono ancora.

Costanza. (Non ha seguitato la donna dunque). (da sè) Convien credere che abbiano degl’interessi che premano.

Lisetta. Eh signora padrona, non si ha da mormorare, nè da pensare male di nessuno: ma le cose chiare e patenti che cogli occhi si vedono, e colle orecchie si sentono, sono poi quel che sono, e non si può dir che non sieno.

Costanza. Non sarebbe gran cosa, che l’occhio e l’orecchio ingannassero qualche volta.

Lisetta. La signor’Angiola non è una paglia che si possa prendere in iscambio.

Costanza. Sì, la signor’Angiola è venuta poc’anzi a discorrere con mio marito. E per questo? Sarà la prima femmina che avrà seco lui trattato, per vendere, per comprare, per raccomandarsi?