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I MALCONTENTI 269


Felicita. Da oggi a domani si può assestare. Troviamo il vestito sul gusto di quello della signora Leonide; manderò a chiamare la sarta, ed ella lo ridurrà per l’appunto.

Grilletta. Come s’ha a fare a ritrovar ora questo vestito?

Felicita. Oh, guardate la gran faccenda! S’ha a cercare da tutti i rigattieri della città, fino che venga fatto di ritrovarlo. Andateci voi; ditelo a madonna Fabrizia che ci vada ella pure, e fate che si trovi, perchè lo voglio.

Grilletta. Si cercherà e si farà il possibile per trovarlo; quanto s’ha da spendere?

Felicita. Quel che vale.

Grilletta. Può valer poco e può valer molto.

Felicita. Si pagherà quel che vale.

Grilletta. Compatisca; così per un po’ di regola: quanti denari si trova avere?

Felicita. Denari? Sapete pure ch’io non ne ho.

Grilletta. E per questo diceva io, come c’impegneremo, signora?

Felicita. Ho bene il modo da ritrovarne.

Grilletta. Come?

Felicita. Ho tutti i miei vestiti da inverno che ora non si portano. Si possono dare inm baratto.

Grilletta. Venderli?

Felicita. Non dico venderli io. Ma si possono dare al rigattiere medesimo, se li vuole, e quando torno di villa, rendergli il suo vestito con quello che sarà pattuito, ovvero mandarli al monte e al mio ritorno ricuperarli.

Grilletta. E se lo sa il signor zio? Poveri noi.

Felicita. Come l’ha da sapere? Egli non viene a vedere nel mio armadio quel che c’è o che non c’è1. Se voi non lo dite, non lo può sapere nessuno.

Grilletta. E se il diavolo facesse che il vestito preso dal rigattiere fosse poi conosciuto?

Felicita. Ci ho pensato a questo. Gli muteremo la guarnizione; o si farà in qualch’altra maniera per fargli cambiar figura.

  1. Guibert-Orgeas e Zatta: quel che c’è. Se voi ecc.