Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1911, XI.djvu/18

12

una singolare protezione non può sperar di vivere lungamente nella memoria del Popolo, che con festevoli segni sonoro plauso le fece universale e sincero. A Voi dunque, amatissimo Signor Conte, la gloria durevole di quest’opera mia raccomando, la quale fregiata essendo del vostro nome, ricorderò non solo agli amanti suoi la prima benevoglienza, ma un maggior numero le acquisterà di persone a favorirla inclinate, e passerà nel concetto dei posteri per cosa degna di qualche lode. Grazia non vi domando che negar mi possiate, nè che di malavoglia da Voi mi si abbia a concedere, poichè de’ miei Comici studi vi dichiaraste in sì fatto modo parziale, che l’onore sostenendo della mia causa, la vostra non meno a difendere1 vi conducete. Quel vostro elegantissimo Poemetto, di bei poetici voli e di soda erudizione fornito, La vera Commedia2, coi versi Martelliani vestita, a me dalla vostra vezzosa penna festevolmente diretta, porta il mio nome all’apice della Gloria; lavora per me un saggio onorato fra gli accreditati Scrittori della Commedia, e mi corona la fronte col più bel frutto de’ miei sudori.

Con quanto maestrevole brio andate voi divisando nei primi versi i caratteri alla società degli uomini più molesti, e della correttrice Commedia più bisognosi! Voi mi offrite abbondevole messe di Curiosi arditi, di Parlatori seccanti, di Pedanti garruli e Letterati impostori, di Poeti stucchevoli, Giuristi indotti, Millantori ridicoli, sciocchi Formalisti e Cerimoniosi importuni, de’ quali tutti rimedio utile sembra a Voi giudiziosamente la Comica arte, siccome le Sacre leggi e Profane rimediano al più importante disordine della malvagità e delle colpe. Lo specchio posto dinanzi agli uomini sulla scena, può correggerli, può moderarli. Fu questo l’oggetto primo della Commedia; tale a noi la mandarono i primi Autori di essa, tale ne’ buoni secoli l’Italia nostra la coltivò, e voi piangete a ragione la miserabile sua decadenza per l’incursione de’ Barbari distruttori non meno di queste amene contrade,

  1. Diriggo, diffendere, malvaggità, ecc. stmpa l’ed. Pitteri.
  2. «La Vera Commedia, al Chiar.mo Sig. Avv. Carlo Goldoni - Midonte Priamideo - P. A. di Roma - In Venezia, MDCCLV, appresso Franc. Pitteri» pp. XV. Il poemetto fu ristampato in fine alle Commedie di C. G. nelle edd. torinesi di Fantino e Olzati (t. XIII, 1758), e di Guibert e Orgeas (I. XII, 1777).