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40 ATTO PRIMO

Aspasia. Per questa via può essere che vi riesca. Animo dunque, principiate a metter mano alla borsa.

Luigi. Il diavolo è, ch’io presentemente non ho denari.

Aspasia. Non avete denari? Ora mi darete licenza ch’io dica: non farete niente.

Luigi. Donna Aspasia, non mi mettete alla disperazione.

Aspasia. No, caro fratello; sapete ch’io vi amo teneramente. Per l’amor ch’io vi porto, non so staccarmi da voi. Per non lasciarvi solo, obbligo mio marito a star qui, ed abbandonare la propria casa.

Luigi. Felice voi, che avete un marito che tutto fa a modo vostro.

Aspasia. Oh sì! di questo poi me ne posso vantare. No ha altro difetto, se non che è smemoriato.

Luigi. Ah, se ora gli faceste fare una cosa per me!

Aspasia. Che cosa?

Luigi. Tutti due mi potreste aiutare.

Aspasia. Via, dite il come.

Luigi. Voi dicendo due parole per me a donna Eufemia, che è vostra amica. Vostro marito prestandomi cento scudi.

Aspasia. I cento scudi fate conto d’averli. Mio marito, solo ch’io gliene1 dica, ve li darà. Ma che io poi parli per voi a donna Eufemia...

Luigi. Che difficoltà ci trovate?

Aspasia. È un certo uffizio che non mi finisce.

Luigi. Per un fratello?

Aspasia. Rispetto a voi va bene, ma non rispetto a donna Eufemia: che concetto formarebbe di me?

Luigi. Eh, fra voi altre donne questi servizi ve li cambiate.

Aspasia. Donna Eufemia è una donna assai sostenuta.

Luigi. E per questo?

Aspasia. Ho paura che non faremo...

Luigi. Niente.

Aspasia. Questa parola non la voleva dire.

  1. Guibert-Orgeas, Zatta ecc.: glielo.