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IL FEUDATARIO 55

Rosaura. Andate, andate, che vi sarà una strofetta ancora per voi.

Pantalone. Se quelle sporche le canterà contro de mi, da galantuomo, ghe farò la battuda.1(parte)

SCENA XIV.

La Marchesa Beatrice e Rosaura.

Beatrice. Rosaura mia, io vi amo e vi stimo più di quello che vi pensate.

Rosaura. Se sarà vero, si vedrà2.

Beatrice. Diffidate di me?

Rosaura. No signora, temo della mia sorte.

Beatrice. Noi siamo sovente autori della nostra fortuna.

Rosaura. Vi vuole qualche favorevole principio, per3 cooperare alla propria felicità.

Beatrice. Se vi faccio un’offerta, non vorrei espormi ad un rifiuto.

Rosaura. Se conoscete che l’offerta sia di me degna, assicuratevi della mia rassegnazione.

Beatrice. Anzi vi voglio offerire cosa degna della vostra nascita, maggiore dello stato vostro, ed uniforme ai desideri del vostro animo generoso.

Rosaura. Voi mi consolate.4

Beatrice. Vi voglio offerire uno sposo.

Rosaura. Va benissimo.

Beatrice. Un partito nobile.

Rosaura. Meglio ancora.

Beatrice. Orsù... mio figlio.

Rosaura. Signora, egli canta le canzonette contro di me, e voi mi dite delle favole per divertirmi. Serva di Vostra Eccellenza, (parte)

Beatrice. Venite qui... sentite. Ho fatto male a parlare ora che ha nelle orecchie le canzonette; ma se Florindo la tratterà come merita, si scorderà di tutto, amerà lo sposo, e riconoscerà in me non solo una suocera, ma una madre ed una benefattrice. (parte)

  1. Bett.: ghe batterò la battua.
  2. Bett.: scorgerà.
  3. Bett.: per indi.
  4. Bett. e Pap. aggiungono: Ditemi tutto, per pietà.