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prezioso balsamo, onde poi deriva lo sdegno. L’amor proprio è la rovina degli uomini, e l’adulazione che lo fomenta mantiene con iscandalo l’aborrimento del vero. Ammirabile è l’E. V., e degna d’ossequio e di venerazione per purezza di sangue, per antichità, per onori, per la chiarezza dell’intelletto, per le virtù che l’adornano, in grado sommo costituite, ma l’adorabile sincerità, questa è quella che fa l’E. V. distinguere da chi ne conosce il pregio.

Ella ama la magnificenza in tutte le cose che appartengono alla vita civile, ma questa siccome è proporzionata alla ricchezza del suo patrimonio, non procede certamente dall’ambizione, come può dirsi da chi oltrepassa le misure nelle quali si trova costituito, ma dall’animo generoso e discreto che rende giustizia a se medesimo nell’uso proporzionato de’ proprj beni, e dona alla società quello che non è necessario all’economia. Questo è saper vivere, ed io medesimo ho goduto più volte gli effetti di quella generosità, ch’ella è solita praticare non solo cogli amici suoi, ma eziandio con i suoi servidori.

Diranno i miei nemici anche questa fiata, che per vanità gloriare io mi voglia d’essere stato a parte delle generose di Lei finezze; ma dicanlo pure, ch’io perdono loro di buona voglia ciò che negar non saprei. Sì, egli è vero, son vano, sono ambizioso di un tanto onore; e chi non lo sarebbe se fosse nel caso mio? Chi è colui che non brami la protezione di V. E., ed esultar non sapesse veggendosi da Lei con tanta benignità accolto, compatito e beneficato? Sanno eglino cotesti invidiosi chi sia l’E. V.? Troppo Ella è nota, per non saperlo. Sono più secoli che la Repubblica Serenissima vanta fra le primarie originali Famiglie de’ suoi Patrizi il nome illustre e magnanimo de’ suoi RUZZINI. L’Augusto Senato li ebbe in pregio in ogni età, in ogni grado. Il Serenissimo Doge, zio paterno dell’E. V., dopo avere sparso per tutta l’Europa la fama del di lui merito e del di lui sapere colle Ambasciate e colle Plenipotenze ai Monarchi più venerabili della terra, ha ricevuto il premio che gli si doveva dalla gratitudine dell’Augusta sua Patria nell’aureo Manto, ed egli novelli