Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, IX.djvu/534

518 ATTO SECONDO

Corallina. Sì, sì, difendetevi se potete. Via, signora, lo sposi adesso il suo caro Florindo. (a Rosaura)

Rosaura. Mortificatemi, che avete ragion di fado. Perfido, non avrei mai creduto vedermi da voi tradita.

Florindo. Non è vero, ve lo giuro...

Rosaura. Non più, ingannatore, bugiardo. (parte)

Ottavio. Tuo danno, pazzerella. (dietro a Rosaura)

Florindo. Senti, tu me la pagherai. Quella carta me la renderai a forza. (a Corallina, e parte)

Ottavio. (Prende una sedia per tirargliela dietro.)

Beatrice. Signor zio.

Ottavio. Andate al diavolo.

Beatrice. Tutto per causa tua; ma la discorreremo. (a Corallina, e parte)

SCENA IX.

Ottavio e Corallina.

Corallina. (Eh, io non ho paura di brutti musi). (da sè) Signor padrone.

Ottavio. Andate al diavolo ancora voi.

Corallina. Ancora io al diavolo?

Ottavio. Sì, maledetta.

Corallina. La povera Corallina?

Ottavio. Finta, doppia, bugiarda.

Corallina. Pazienza.

Ottavio. Non so chi mi tenga, che non ti spacchi la testa in due.

Corallina. Ammazzatemi, io non mi muovo.

Ottavio. Sì, t’ammazzerò. (le va incontro colla spada, ed ella mette mano ad una pistola.)

Corallina. Giuro al cielô se dite davvero voi, dirò davvero ancor io.

Ottavio. Una pistola?

Corallina. Volete uccidermi? Che cosa vi ho fatto?

Ottavio. Mi hai tradito. (irato)

Corallina. Non è vero niente. (irata)