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LE DONNE CURIOSE 321

Florindo. Vi soddisfarei, se potessi.

Rosaura. Sta in vostra mano il farlo.1

Florindo. Cara Rosaura...

Rosaura. Via, son qui: volete dirmi la verità?

Florindo. Non vi direi la bugia per tutto l’oro del mondo.

Rosaura. Che cosa si fa là dentro?

Florindo. Niente.

Rosaura. Maladetto voi ed il vostro niente. (parte)

SCENA X.

Florindo, poi Corallina.

Florindo.2 Io amo teneramente Rosaura; ma non per questo voglio disgustare gli amici miei. Là dentro non la introdurrò mai; piuttosto, per non perdere l’amor suo, tralascerò di frequentare la compagnia: dopo la cena di questa sera, per non disgustare Rosaura, non vi anderò.3

Corallina. Favorisca, in grazia, che cosa ha la padroncina, che la vedo turbata?

Florindo. Ella tormenta me, tormenta se medesima senza ragione.

Corallina. Povera fanciulla! Vi vuol tanto a contentarla?

Florindo. Ma come?

Corallina. Dirle la verità: dirle quello che fate fra voialtri uomini in quella casa sì fatta.

Florindo. Lo dico, e non lo crede.

Corallina. Se le diceste la verità, la crederebbe.

Florindo. Orsù, anche voi non mi fate venire la rabbia. Non fomentate4 la sua curiosità.

  1. Segue nell’ed. Pap.: «Fior. Come? Ros. Introducetemi in quelle stanze. Fior. Donne colà non entrano, lo sapete. Ros. Se là non entrano donne, e qui non entrano uomini. Andate. Fior. Cara Rosaura... Ros. Andate, o non andate? Fior. Vostro padre mi ha invitato a pranzo con lui. Ros. Dunque restate voi, e me n’anderò io. Flor. Oh cielo! Venite qui: sentite. Ros. Via, son qui ecc.».
  2. Precede nell’ed. Pap.: Maledetta la mia fortuna! colle donne non giova dire la verità. La curiosità loro non solo le porta a voler saper tutto, ma non sono contente, se coi propri occhi non se ne accertano. Io amo ecc.
  3. Segue nell’ed. Pap.: «Cor. Signore, la minestra va in tavola. Fior. Vado subito. Cor. Favorisca ecc.».
  4. Pasq.: tormentate.