Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1909, VI.djvu/140

130 ATTO PRIMO

Ottavio. Ma chi è questa donna? Si può sapere?

Florindo. Vi dirò. Ella è figlia di padre nobile, ed un giro di strane vicende l’ha qui condotta....

SCENA XVII.

Beatrice ed i suddetti.

Beatrice. Bella gioia, signor Ottavio, mi avete data in custodia!

Ottavio. Di chi intendete voi di parlare?

Beatrice. Di quella onestissima giovane ch’è venuta stamane per il fresco a domandarvi pietà.

Florindo. Oh Dio! Signora, parlate voi di Rosaura?

Beatrice. Sì, di Rosaura; avete voi delle premure per lei?

Ottavio. Non lo sapete? Il nostro Florindo la vuol sposare, (a Beatrice)

Beatrice. Sì? Evviva il signor Florindo. Quando la sposerete? (a Florindo)

Florindo. Signora, non mi tormentate. Rosaura è nelle vostre camere?

Beatrice. Rosaura è molto più lontana che non credete.

Florindo. Oimè! Dove?

Ottavio. Non è ella in custodia vostra? (a Beatrice)

Beatrice. La sfacciatella mi è fuggita di mano.

Florindo. Ella anderà in traccia di me.

Beatrice. No, v’ingannate. Ella andò in traccia di Lelio; lo ha ritrovato, ed è con esso fuggita.

Florindo. (Ah, costei la nasconde). (da se)

Ottavio. Possibile che ciò sia vero?

Beatrice. Non lo ponete in dubbio. Ciò è seguito alla vista degli occhi miei. Lo vidi dalla finestra delle mie camere, e tre dei vostri servi la videro nelle braccia di Lelio.

Ottavio. Io resto attonito. Che dite voi di questa strana avventura? (a Florindo)

Florindo. Rosaura non può essere fuggita. O è stata rapita, o è stata scacciata: chiunque sia il traditore, me ne farò render conto. (parte)