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182 ATTO TERZO

Rosaura. Presto, correte, domandategli se viene la contessa Beatrice.

Paggio. Signora sì. (vuol partire)

Rosaura. Sentite, domandategli se viene anche il Contino.

Paggio. Signora sì. (come sopra)

Rosaura. Ehi; sappiatemi dire se vi sono dame.

Paggio. La mi fa girar come un arcolaio1. (parte)

Rosaura. Io non so che cosa voglia dire questa novità. La contessa Beatrice mi ha fatto un brindesi, e ora vengono a ritrovarmi; il matrimonio mio probabilmente sarà concluso. Ne ho d’aver piacere o dispiacere? Eh così, così; mezzo e mezzo.

SCENA V.

Il Paggio e detta.

Paggio. Signora, signora, ho veduto dalla finestra le torce. Sono qui che vengono.

Rosaura. Vi è la contessa Beatrice?

Paggio. Signora sì.

Rosaura. Vi è il Contino?

Paggio. Signora sì.

Rosaura. (È fatta). (da sè) Chi dà mano a mia zia?

Paggio. Il conte Ottavio.

Rosaura. (Carina! sarà contenta che la serve il conte Ottavio). (da sè) Andate; fateli passare.

Paggio. Signora padrona, mi è stato detto ch’ella si fa sposa.

Rosaura. E per questo?

Paggio. Se si fa sposa, voglio sposarmi ancor io.

Rosaura. Di codesta età?

Paggio. Il mio cane si è sposato assai più giovine di me. (parte) Rosaura. Bella semplicità! Ma eccoli che vengono.

  1. Bett.: un trottolo.