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500 ATTO TERZO


di sottoscrivere il decreto, ha promesso un picciolo regaietto di cento doppie.

Sancio. Avete steso il decreto?

Sigismondo. Eccellenza no, perchè prima ho voluto sentire il di lei sentimento.

Sancio. In questa sorta di cose, fate voi.

Sigismondo. Vi è un certo Pantalone de’ Bisognosi che si opporrebbe, come attuale fabbricatore, ma egli non può impedire che V. E. benefichi un altro.

Sancio. Certamente non lo può impedire. Andate a stendere il decreto, e frattanto fate venire il nuovo fabbricatore.

Sigismondo. V. E. resta qui?

Sancio. Sì, qui v’attendo.

Sigismondo. Comanda vedere il memoriale?

Sancio. No, a voi mi riporto. Mi basta la sottoscrizione.1

Sigismondo. Quando l’ho steso, lo porto a sottoscrivere.

Sancio. Sì, e se dormissi, svegliatemi.

Sigismondo. Vado immediatamente a servirla. (parte)

SCENA VI.

Don Sancio, poi il Conte Ercole.

Sancio. Queste cento doppie le donerò a donna Aspasia.

Conte. Signore, appunto desiderava parlarvi.

Sancio. Eccomi ad ascoltarvi.

Conte. L’affare di cui dobbiamo trattare, è di qualche conseguenza.

Sancio. Mi rincresce, se la cosa è difficile, che non vi sia il segretario.

Conte. In questo il segretario non c’entra. Voi solo avete a decidere.

Sancio. Dite pure, io solo deciderò.

Conte. Sono tre mesi ch’io godo le vostre grazie in Gaeta.

Sancio. Io sono il favorito da voi.

Conte. Sapete quanta stima fo di voi e di tutta la vostra casa.

  1. Seguono a questo punto nelle edd. Bettinelli, Paperini ecc. alcune scene, che mancano nelle edd. Pasquali, Zatta e posteriori. Vedasi Appendice.