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screditare gli Autori. Ciò non ostante ho dovuto fare qualche cambiamento nella Commedia; ho trasportato la scena in un paese lontano, in cui non vi sono mai stato, acciò apporre non mi si possa averla io sulla verità lavorata1.



  1. Così segue nell’ed. Paperini di Firenze (t. III, 1753), dove fu stampata la prima volta quest’avvertenza: «Questa ed altre simili mutazioni a me, in un’opera mia, non mi può essere impedito di farle, ma non era poi lecito al Correttore, che all’edizione del Bettinelli presiede, omettere nella Scena III dell'Atto I i più interessanti ragionamenti di Pantalone sull’articolo importantissimo della condotta di Don Florindo, che per aderire alla vanità della moglie, abbandona i propri interessi per una falsa immagine di decoro. E se mai fosse vero che l’Editore ed il Correttore medesimo mutilata avessero ricevuta la mia Commedia, apprendano esser giuste le mie querele, e che gli Autografi (per servirmi del loro termine) si prendono dalle mani dell’Autore, non da quelle di un terzo. Anche la parte dell’Arlecchino vedesi dimezzata e in quella di un Lacchè convertita. Ciò mi sovviene aver io medesimo fatto per compiacere un Arlecchino particolare, che dalla parte di un Moro credevasi pregiudicato, con animo di rimetterlo, come prima, all’occasione di pubblicar colle stampe la mia Commedia; che se inoltre ho fatto senza di cotal Maschera, parmi che non s’abbia a togliere ove s’adoprano il Pantalone e il Brighella. — Un’altra cosa restami a dire sul buon evento di tal Commedia. Ella è stata fortunatissima da per tutto, fuor che in Venezia, quantunque l’annotazione del Bettinelli per otto sere di seguito asserisca colà essere stata rappresentata. — La ragione del minor incontro in una Città di ottimo gusto, e per le Opere mie benignamente inclinata, procede dal costume medesimo del paese. Non corrono in Venezia certi puntigli stucchevoli, certe ridicole affettazioni che usare in qualche altra Città si vedono. La Nobiltà e in cotal grado costituita, che niuno di qualunque altro rango inferiore può aspirare a confondersi colla medesima, ed ella riconoscendosi superiore bastantemente per il suo grado, tratta tutti con affabilità, e non ha pretensione di quegli onori che cotanto riescono incomodi alla società; che però siccome piace la commedia critica, quando in essa vi si riconosce il costume, non può allettare moltissimo il ridicolo di tai puntigli alla mia Patria stranieri».