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A SUA ECCELLENZA

IL SIGNOR

GIOVANNI FALIER

PATRIZIO VENETO

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N
ON avrei mai meritato il patrocinio di V. E., se per la stretta amicizia vostra col Nobil Uomo, il signor Niccolò Balbi, non l’avessi io fortunatamente acquistato. Le mie Commedie non potevano lusingarsi della vostra benignissima approvazione, senza essere Voi in favor mio prevenuto, poichè del numero di quei non siete, che lasciansi dalla curiosità trasportare, ma del tempo sapete fare buon uso.

Voi non disapprovaste la mia intenzione di mettere la morale in Teatro, e vi compiaceste talvolta sentir dal popolo applaudite le buone massime, che sono a Voi familiari, e vi rallegraste assaissimo, vedendo batter le mani a un Padre che corregge, a un Figlio che si pente, ad un Cavalier che ammaestra. Dicano pure gli scostumati, ne’ loro Vizj incalliti, non essere il Teatro la loro scuola, arrossiscano di qualche loro ritratto, e soffrano alle coscienze loro i rimproveri: V. E. mi anima a battere il sentiero intrapreso, a porre in ridicolo il vizio, ad esaltar la virtù, poichè pensando ciascuno a seconda del proprio cuore. Voi non potete che applaudir l’onestà e detestar la dissolutezza. Siete un Cavalier esemplare che nascondete la Vostra dottrina sotto il manto dell’umiltà, e la pietà vostra sotto quello della sociabile moderazione. Io non ho mai veduto chi meglio di Voi sappia stare con Dio e col Mondo. Voi siete un vero modello di perfezione, poichè senza togliere ciò che da Voi esigono le pubbliche e le domestiche cure, e gli amici vostri medesimi, sapete cogliere dei momenti felici per corrisponder all’Altissimo Iddio, il quale, e nella grandezza della vostra nascita, e nell’opulenza delle vostre fortune, e nella qua-