Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1908, II.djvu/422

412 ATTO PRIMO

Ottavio. Vive vostra moglie?

Menego. Lustrissimo sì, per grazia del cielo.

Ottavio. Dove si ritrova?

Menego. a Pelestrina, dove la xe nassuaa. La xe andada a trovar i so parenti; sta sera o domatina l’aspeto.

Ottavio. Orsù, mandatemi vostro figliuolo, che lo voglio vedere.

Menego. Vussustrissima sarà servida. Ma adesso no saveria in dove trovarlo.

Ottavio. E bene, lo manderete da me, quando l’averete ritrovato.

Menego. Ancuo comandela la barca?

Ottavio. Per me no. Guardate se la vuole la Marchesa.

Menego. Eh, a ela non ghe manca barche. Ogni zorno ghe ne xe tre o quatro che fa regata per arivar a la macchina1. Sta matina sior Conte ha buo el primob. Dopo se gh’ha calumà drioc el secondo e el terzo, e per quel che vedo, a Vussustrissima ghe tocherà el porcheto d. (parte)

Ottavio. Quanto sono piacevoli questi barcaruoli! Ma quanto per altro è bella la mia Bettina! Se la prendo in casa, non vorrei che nascesse qualche strepito con mia moglie. Procurerò di maritarla con questo giovinotto. Intanto... basta... il danaro fa tutto. Argent fait tout. (parte)

SCENA V.

Strada con veduta di un’altana annessa alla casa di Bettina.

Bettina sull'altana, facendo le calze.

Oh caro sto sol! Co2 lo godo! Sia benedeto st’altanae! Almanco se respira un puoco. Mi, che no son de quele che vaga fora

  1. Nata.
  2. Aver el primo. Modo di dire, tratto da chi vince gli altri concorrenti nella gara del vogare che dicesi regata.
  3. Calumarse drio. Calarsi dietro a uno.
  4. Aver l’ultimo premio nella regata, ch’è un porcellino.
  5. È una fabbrichetta di tavole sopra il tetto, o sporta in fuori dalla facciata d’alcune casette, sulla quale si mettono ad asciugare i pannilini.
  1. Palco dei giudici, e perciò meta della corsa, nella regata. Qui allegoricamente. V. Boerio e infiniti altri scrittori.
  2. Come, quanto.