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308 ATTO PRIMO

Lassemo che le donne le vaga fora de casa, e pò staremo colla nostra libertà.

Monsieur. Le donne non mi mettono in soggezione. Andiamo, andiamo.

Pantalone. Bisogna averghe sta poca de convenienza.

Monsieur. Eh, madama Rosaura avrà piacere che le andiamo a far un poco di conversazione. È una donna di grande spirito: avete una gran cognata, signor Pantalone.

Pantalone. (Adesso ho capio che sorte de vin ch’el vorave bever; ghe xe anca in casa quella putta. No vorave... No no, alla larga). (da sè) Certo, la xe una vedoa1 propria, civil e modesta. (a Monsieur)

Monsieur. Amico, fatemi il piacere, conducetemi a darle il buon giorno.

Pantalone. Oh la fala, mi gh’ho nome Pantalon, no gh’ho nome condusi2.

Monsieur. Voi che siete il padrone di casa, potete farlo.

Pantalone. Posso farlo, ma no devo farlo.

Monsieur. Perchè?

Pantalone. Perchè? Ghe par a ela ch’el cugnà3 abbia da batter el canafio4 alla cugnada?

Monsieur. Eh, lasciate5 questi pregiudizi. Siate amico, siate galantuomo. Farò io lo stesso per voi.

Pantalone. Mi la ringrazio infinitamente, no gh’ho bisogno de sti servizi, e no son in stato de farghene.

Monsieur. O io son pazzo, o non mi capite. Mi piace la signora Rosaura, vorrei vederla da vicino; vi prego che mi facciate l’introduzione, e pare a voi che vi chieda una gran cosa?

Pantalone. Eh, una bagatela. A chi non patisce le gatorigole6, no vol dir gnente.

Monsieur. Ma io poi vi anderò senza di voi.

  1. Bettin.: vedua.
  2. Condusi, dal verbo condurre, s’intende per mezzano. [nota originale]
  3. Cugnà, cognato. [nota originale]
  4. Battere il canafio, per metafora, far il mezzano. [nota originale]
  5. Bettin., Paper, ecc.: Ah lasciate.
  6. Le gatorigole, il solletico. [nota originale]