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parlare. La Teodora, figliuola del Raffi, moglie in appresso del Medebac, ballava sulla corda passabilmente, ma danzava a terra con somma grazia; la Maddalena, che fu moglie in seguito di Giuseppe Marliani, era una coppia fedele della Teodora, e il Marliani suddetto, che faceva il Pagliaccio, era un Saltatore e Danzatore di corda, il più bravo, il più comico, il più delizioso del mondo. Questa Compagnia di quasi tutti congiunti era amata ed apprezzata in Venezia, non solo per la bravura ed abilità in tal mestiere; ma per l’onesta e saggia maniera di vivere sotto la buona direzione dell’onestissimo Raffi, e l’ottima condotta della prudente, divota e caritatevole Signora Lucia, sua Consorte. Il Marliani, non so se stanco di quel pericoloso mestiere, o eccitato dal genio Comico, avea gran voglia di recitare delle Commedie. Capitò il secondo anno in Venezia il Medebac accennato; e unitosi co’ Ballattori suddetti, avendo egli cognizione bastante dell’arte Comica, gl’instruì, fornì loro i soggetti, e preso il picciolo Teatro di San Moisè, colà, terminato il Casotto, recitavano delle Commedie, le quali sostenute principalmente dalle apparenze, dai giochi e dalle grazie del Marliani, che facea l’Arlecchino, non lasciarono di attirare buon numero di Spettatori. La Teodora faceva la prima Donna, e la Maddalena facea la Servetta; il Medebac era il primo Amoroso, e qualche altro Personaggio avean preso per eseguir le loro Commedie. Così principiò quella Compagnia, che poi si è resa famosa, e che trovai ben formata ed in credito quattr’anni dopo a Livorno. Parlerò a suo tempo di queste brave persone; passiamo ora a parlar di me, niente per altro che per narrar ai lettori la causa, che mi ha impedito, dopo la Donna di garbo, a seguitare il corso sì bene incominciato delle Commedie; e per quale avventura l’ho poi nuovamente intrapreso.

Ardeva allora la guerra fra Galli-Ispani e Tedeschi per la successione di Don Filippo Infante di Spagna agli Stati di Parma e Piacenza; ed il Duca di Modona, dichiaratosi del partito de’ primi, era anch’egli al campo colle sue truppe col titolo di Generale in capite di quell’Armata. Mio Fratello, ch’era Tenente in Modona nelle milizie nazionali di quel Paese, con poca paga e


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