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TARAS BUL'BA

ordini. Tutti gli sfrenati e gaudenti cavalieri stavano severamente composti nelle file, chinavano con rispetto il capo e non osavano alzare lo sguardo quando il Koscevoj dava gli ordini. Li dava egli con calma, senza forzare la voce, e senza fretta, ma a intervalli, da vecchio e profondo conoscitore del mondo cosacco, giacché non era quella la prima volta che egli andava ad eseguire un piano saggiamente meditato.

— Fate un esame — diceva — fate tutti un esame accurato di ogni cosa. Mettete in ordine i carri e le masnjize 1, provate le armi. Non vi portate appresso molta roba di vestiario; una camicia e due paia di calzoni per uno; e poi una pentola di farina d’orzo abbrustolita e di miglio tritato: piú di questo, nessuno deve avere. Ci saranno le provviste nel carriaggio, di tutto ciò che fa bisogno. Un paio di cavalli, ogni cosacco lo deve avere! Ma poi si devono prendere duecento bovi, perché nei guadi e nei luoghi pantanosi occorreranno i buoi. E osservate la disciplina, signori, sopra ogni cosa. So che in mezzo a voi sono certi tipi, che, appena Dio manda un po’ di bottino, strappano pezze di nanchino e di sciamito costoso per farsene delle fasce per


  1. Specie di secchia per riporvi il catrame di betulla.

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