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TARAS BUL'BA

Dnjepr!» Queste parole, proferite da qualcuno di tra la folla, volarono come un baleno sulle teste di tutti, e la folla si precipitò verso la borgata col desiderio di fare a pezzi tutti gli Ebrei.

I poveri figli d’Israele, perduta ogni presenza di spirito — di quel loro spirito che, del resto, non è mai molto grande — si nascosero nelle botti d’acquavite che trovarono vuote, o nelle stufe, e magari si rimpiattarono sotto le sottane delle loro donne; ma i cosacchi li scovavano dappertutto.

— Illustri, eccellentissimi signori — gridò un ebreo secco e lungo come un bastone, tirando su dal gruppo dei suoi compagni il suo misero ceffo sfigurato dalla paura. — Illustri, eccellentissimi signori! una parola sola lasciateci dire, una parola sola! Noi vi dobbiamo rivelare una cosa di cui non avete mai udito parlare... una cosa tanto importante, che non si può dire quanto è importante!

— Via, lasciamoli parlare — disse Bul’ ba, a cui piaceva sempre ascoltare l’imputato.

— Illustri signori — riprese a dire l’ebreo. — Signori come voi non si sono veduti mai al mondo; com’è vero Dio, mai! Cosí buoni, cosí a modo, cosí prodi, non ci sono mai stati al mondo! — La voce gli veniva meno e gli tre-


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