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GOGOL

è possibile cominciare la guerra; il nostro onore di cavalieri non ce lo consente. Però, secondo il mio debole raziocinio, ecco quello che io penso: di spedire coi canotti alcuni dei nostri giovani, che facciano magari qualche piccola scorreria sul litorale dell’Anatolia. Che ne pensate, signori?

— Guidaci là, guidaci tutti! — prese a gridare la folla da ogni parte. — Per la fede siamo pronti a rischiare la testa!

Il Koscevoj si spaventò; egli non voleva in nessun modo far insorgere tutta Saporog; il rompere la pace gli pareva in tal caso un’opera empia.

— Permettete, signori, che io dica ancora un’altra cosa?

— Basta! — gridarono i Saporogini. — Meglio di quel che hai detto non potrai dire.»

— Se cosí è, cosí sia. Io sono il servo della vostra volontà. È già risaputo, e anche dalla Scrittura si sa, che «voce di popolo voce di Dio». Non si può escogitare un consiglio piú savio di quello escogitato da tutto un popolo. Tuttavia c’è da dire questo: il Sultano non lascerà impunita quella sodisfazione che i nostri giovinotti vogliono avere. E noi dovremmo allora essere preparati, e avere forze fresche, e non aver paura di nessuno. Ma nel tempo della


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