Pagina:Gogol - Taras Bul'ba, traduzione di Nicola Festa, Mondadori, Milano, 1932.djvu/54


GOGOL

mente né l’uno né l’altra da chicchessia, davano indizio di una formidabile trascuratezza. Parecchi nerboruti Saporogini, sdraiati con le pipe tra i denti proprio sulla strada, guardarono i nuovi arrivati con aria piuttosto indifferente, e non si mossero dal loro posto. Taras passò cautamente fra essi insieme coi suoi figli, e disse:

— Salute, signori!

— Salute anche a voi! — risposero i Saporigini. Da ogni parte per tutto il campo si mostrava gente variopinta in gruppi pittoreschi. Nei volti abbronzati si vedeva che quelli erano uomini induriti nelle battaglie, provati in ogni sorta di disagi e infortuni. Cosí, eccola qui la Sjec! Ecco il nido da cui prendono il volo tutti quegli uomini orgogliosi e forti come leoni! Ecco di dove lo spirito d’indipendenza e lo spirito cosacco si diffonde per tutta l’Ucraina!

I nostri viandanti giunsero in una larga piazza, dove ordinariamente s’adunava la Rada1.

Sopra una gran botte rovesciata stava a sedere un saporogino senza camicia addosso; la teneva, invece, tra le mani e vi andava lentamente rattoppando dei buchi. Piú in là trovarono la strada sbarrata da tutta una folla di suonatori, in


  1. Cioè il consiglio, l’adunanza dei capi, o l’assemblea generale.

52