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GOGOL

resse verso la strada; ma appena giunto al portone, si ricordò del litigio, sputò e tornò indietro. Presso a poco un simile movimento si fece anche nel cortile d’Ivan Nikiforovic. Ivan Ivanovic vide che la vecchia fantesca già poneva il piede sulla siepe con l’intenzione di scavalcarla e passare nel suo cortile, quando improvvisamente si udí la voce di Ivan Nikiforovic:

— Indietro! indietro! non occorre! — Bisogna dire però che Ivan Ivanovic si sentiva molto annoiato. Poteva darsi certamente che quelle due degne persone facessero la pace il giorno appresso, se non fosse capitato in casa d’Ivan Nikiforovic un fatto particolare, che distrusse ogni speranza e versò dell’olio nel fuoco dell’inimicizia già presso a spegnersi.

Da Ivan Nikiforovic la sera di quello stesso giorno arrivò Agafia Fedosejevna. Agafia Fedosejevna non era né parente, né cognata e neanche comare d’Ivan Nikiforovic. Sembra ch’essa non avesse un motivo per andare da lui; ed egli stesso non ne era troppo contento; con tutto questo, ci andava e passava da lui delle intere settimane e anche piú, qualche volta. Allora costei s’impadroniva delle chiavi, e prendeva tutta la casa nelle sue mani. La cosa era molto spiacevole per Ivan Nikiforovic; ma non-


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