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UNA VECCHIA AMICIZIA TRONCATA

gente nell’aria. Poi cominciarono a svolgersi le pieghe di qualcosa di simile a un caffettano di color verde-prato con bottoni di rame grandi come monete da cinque copeke. Di sotto alle pieghe faceva capolino una sottoveste guarnita di passamano d’oro con un grande sparato sul davanti. La sottoveste fu tosto coperta da una gonna della nonna buon’anima, con certe tasche da poter contenere un cocomero ciascuna. Il tutto, confuso insieme, costituiva per Ivan Ivanovic uno spettacolo molto curioso, intanto che i raggi del sole colpivano a tratti una manica azzurra o una verde, i risvolti rossi o un pezzo di broccato d’oro, o scherzando sulla punta della spada, facevano di tutto ciò qualcosa di straordinario, simile a quella capannuccia del Presepio che i furfanti girovaghi portano per le fattorie — specialmente quando una turba di gente, accalcandosi fitta fitta, contempla il re Erode con la corona d’oro, o Sant’Antonio che mena la capra; dietro la capanna stride il violino, lo zingaro fa il tamburo picchiandosi con le mani sulle labbra, e il sole va sotto, e il fresco pungente della notte meridionale inavvertitamente stringe piú forte le fresche spalle e i colmi seni delle villanelle.

Presto la vecchietta sbucò fuori dal guardaroba, ansando e tirandosi dietro un’antica sella;


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