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UNA VECCHIA AMICIZIA TRONCATA

novic. Sí, una casetta molto carina! A me garba che in essa da tutti i lati sono costruiti cortili e cortiletti, sicché a guardarla a distanza, non si vedono che tetti, piantati gli uni sugli altri, dando in tutto e per tutto l’impressione di un piatto pieno di pasticcetti, e meglio ancora, di tanti funghi cresciuti sopra un albero. Inoltre, tutti i tetti sono coperti di incannicciato; un salcio, una quercia e due meli si piegano su di essi coi loro rami distesi. Tra gli alberi guizzano, e corrono magari fino sulla strada, piccoli finestrini con le imposte intagliate e imbiancate.

Gran brav’uomo Ivan Ivanovic! Lo conosce anche il Commissario di Poltava! Doros Tarasovic Puchivocka, quando viene da Chorol, fa sempre una fermatina da lui. E l’arciprete Padre Pietro, che abita a Coliberda, quando si raccoglie da lui una mezza decina di ospiti, sempre suol dire che non conosce un altro uomo che osservi cosí bene i suoi doveri religiosi e che sappia vivere come Ivan Ivanovic!

Dio mio, come vola il tempo! Già allora erano passati piú di dieci anni da che era rimasto vedovo. Figli non ne aveva. Gapka ha dei bambini, e questi corrono per la corte. Ivan Ivanovic dà sempre a ognuno di essi o una ciambella, o un boccone di popone o una pera. Gapka


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