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PICCOLO MONDO ANTICO

mida dietro a lei fino al recinto. Infine, vedendo i luoghi di prima e consueti, entrò fino in camera. Pulcheria Ivanovna le fece portare subito del latte e della carne e, stando a sedere vicino ad essa, si compiaceva di guardare con quanta avidità la sua misera favorita inghiottiva un boccone dopo l’altro e sorbiva il latte. La grigia fuggitiva pareva che sotto ai suoi occhi s’impinguasse, e ormai mangiava con meno avidità. Pulcheria Ivanovna tese una mano per lisciarla, ma l’ingrata evidentemente s’era già e s’era troppo assuefatta coi gatti rapaci, oppure s’era imbevuta delle massime romantiche, per cui una capanna e un cuore valgono piú che i palazzi, e quei gatti erano veramente poveri in canna; comunque sia, essa spiccò un salto alla finestra, e nessuno dei villici riuscí piú a riprenderla.

La vecchietta si fissò. «Quella è la mia morte che è venuta a cercarmi» diceva a se stessa; e niente poté distrarla. Tutto il giorno ella fu di cattivo umore. Indarno Attanasio Ivanovic scherzava e cercava di sapere perché si fosse cosí all’improvviso rattristata; Pulcheria Ivanovna non rispondeva, oppure rispondeva in modo che non poteva soddisfare Attanasio Ivanovic. Il giorno dopo ella apparve sensibilmente dimagrata.


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