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GOGOL

andando su e giú per la camera si lamentava.

Allora Pulcheria Ivanovna domandava:

— Perché vi lagnate, Attanasio Ivanovic?

— Dio lo sa, Pulcheria Ivanovna; mi par di sentire un’uggiolina al ventre — diceva Attanasio Ivanovic.

— Non sarebbe meglio che provaste a mangiare qualche cosa, Attanasio Ivanovic?

— Non so se farei bene, Pulcheria Ivanovna!

E poi, che cosa potrei mangiare?

— Un sorso di latte acido o di sciroppo di frutta con pere secche.

— Sia pure, cosí un tantino, solo per fare la prova — diceva Attanasio Ivanovic. Una ragazza insonnolita andava a frugare nei palchetti della credenza, e Attanasio Ivanovic consumava ancora un piattino; dopo di che normalmente diceva: — Adesso mi pare proprio di sentirmi alleggerito.

Qualche volta, quando il tempo era sereno e le camere erano molto bene riscaldate, Attanasio Ivanovic, sentendosi di buon umore, amava celiare alle spalle di Pulcheria Ivanovna, e cominciava a parlare di qualche soggetto casuale:

— Dite un po’, Pulcheria Ivanovna — egli diceva — se tutt’a un tratto prendesse fuoco la nostra casa, dove andremmo a finire?

— Che Dio ci scampi da una cosa simile!


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