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TARAS BUL'BA

ti, march! andiamo a fare una visita ai cattolici! — e detto questo, frustò il cavallo, e dietro a lui si stese una fila di cento carri, e con lui andarono molti cosacchi a piedi e a cavallo, e, volgendo indietro il capo, egli minacciava con lo sguardo tutti quelli che restavano — e pieno d’ira era quello sguardo. Nessuno ebbe il coraggio di farli fermare. Sotto gli occhi di tutto l’esercito andò via il reggimento; e ancora per molto tempo Taras si voltava di tanto in tanto, e sempre minacciava.

Turbati rimasero l’atamano e i colonnelli; si fecero pensierosi e serbarono un lungo silenzio, come se fossero stretti da un grave presentimento. Non indarno Taras fece la sua predizione; tutto poi accadde come egli aveva predetto. Poco tempo dopo, in seguito alla condotta fedifraga tenuta sotto Kanevo, la testa dell’atamano fu issata su un palo, e cosí furono trattati molti altri degli antichi dignitari.

E Taras? Ma Taras scorrazzava col suo reggimento per tutta la Polonia, mise a fuoco diciotto cittadine e circa quaranta chiese cattoliche, e già si avviava verso Cracovia. Sterminò in gran numero i nobili d’ogni genere, saccheggiò i piú ricchi e piú forti castelli: i cosacchi dissuggellavano e facevano versare per terra le botti d’idromele e vino vecchio gelosamente


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