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TARAS BUL'BA

loro puerile egoismo e meschino orgoglio trasformarono la Dieta in una parodia di governo.

Ostap sostenne come un eroe le prove e i tormenti. Né un grido né un lamento si udí, neppure quando cominciarono a rompergli le ossa delle braccia e delle gambe, quando il loro orrendo scricchiolío si udiva tra la morta folla degli spettatori lontani, quando le damigelle torcevano addietro i loro sguardi; niente che somigliasse a un lamento fu strappato dalle sue labbra; non un brivido sul suo volto. Taras era lí tra la folla, col capo chino, ma insieme sollevando fieramente lo sguardo ed approvando diceva soltanto:

— Bravo, figlio mio, bravo!

Ma quando lo sottoposero agli ultimi strazi mortali, parve come se cominciasse a venirgli meno la sua forza. E girò intorno lo sguardo: Dio mio! niente altro che visi sconosciuti ed estranei! Oh, se almeno uno dei suoi piú cari fosse stato presente alla sua morte! Non avrebbe voluto udire i singulti e le desolate grida di una debole madre, o gli urli forsennati di una sposa che si strappasse i capelli e si percuotesse il bianco seno; avrebbe voluto vedere un uomo forte, che con una parola assennata lo sollevasse e confortasse nell’ultimo istante.


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